il
metodo


Brainspotting
è una tecnica di elaborazione dei traumi psichici che nasce nel 2003 negli Stati Uniti ad opera di David Grand. Questa terapia nel mondo conta circa 12500 terapeuti e 50 formatori internazionali.
É una modalità psicoterapeutica strutturata intorno all’idea di cervello e di funzionamento neurologico. Brainspotting
utilizza il campo visivo come via per l’accesso alle capacità di processamento psico-neuro-biologico.
Quando si racconta o si descrive un'esperienza traumatica è possibile identificare nel campo visivo un punto risonante con essa. Questo punto viene chiamato "Brainspot". Mantenendo lo sguardo sul Brainspot la persona può accedere in modo profondo a sensazioni, emozioni, pensieri ed immagini connesse al trauma che fino ad allora sono state tenute al di fuori della coscienza. Questo processo, effettuato in un contesto terapeutico, permette alla persona di rielaborare e superare il trauma o ciò che ha portato alla sofferenza.
Il contesto terapeutico è fondamentale in quanto la persona viene dapprima preparata e poi accompagnata, sostenuta e protetta dallo psicoterapeuta. Nulla viene fatto “sulla persona” ma tutto “con la persona” in un contesto di alleanza e vicinanza.
Infatti, non esiste un unico punto funzionante per tutti... e non esiste un unico modo per trovarlo! Brainspotting valorizza le differenze di ogni persona e dei cambiamenti che questa può fare. Così, si hanno molteplici modalità per trovare i Brainspot. Il terapeuta che impara questa tecnica comincia con 3 modalità di base: la "Finestra Esterna", la "Finestra Interna", la Fissazione Spontanea. Poi il carniere si riempie di possibilità imparando ad usare la profondità, ad usare più punti in contemporanea, ad usare Brainspot di Benessere che permettono di espandere le cose belle, come la creatività, ma anche di accedere in modo meno intenso alle esperienze dolorose. Sempre procedendo con la formazione, si impara ad usare il contatto visivo di attaccamento che il terapeuta può offrire... E poi si impara a creare nuovi metodi ritagliati su ogni singola persona, al fine di valorizzare l'unicità di ognuno.
Vi sono poi molte formazioni "Speciali": lavorare con i minori; lavorare con i gruppi; lavorare con le famiglie; lavorare con gli atleti; lavorare con gli artisti; lavorare con l'espansione della propria creatività; lavorare con la spiritualità.
L'individuazione del punto nello spazio avviene in vari modi, tutti concordati con la persona, solitamente con l'uso di un puntatore telescopico che permette al cliente di trovare i propri punti anche in luoghi remoti dello studio, ma sempre alla distanza giusta da sé.
I primi metodi che si imparano durante la formazione di Fase 1 sono:
la "Finestra
Esterna"
quando il punto viene individuato dal terapeuta in base alle reazioni corporee della persona
il "Gazespotting"
quando non si utilizza un puntatore ma una posizione oculare che la persona ha assunto spontaneamente durante il racconto del trauma o del tema doloroso
la "Finestra
Interna"
quando il punto viene indicato dalla persona al terapeuta in base alle proprie sensazioni esterne
L'identificazione del punto viene poi centrata in senso orizzontale, verticale, sulla linea della vicinanza, con un occhio solo o entrambi.
Brainspotting
non viene solo utilizzato per accedere a materiale traumatico ma anche alle risorse, alle capacità attive e pro-attive della persona.
ECCO DUE VIDEO

